CITAZIONE (DanyEle101 @ 28/5/2013, 18:02)
Peste di Atene, 430 a.C. riportata da Tucidide. E' sempre stato un avvenimento che mi ha affascinato. Lo stesso Pericle fu uno delle vittime di questa epidemia ed avvenne mentre la città di Atene era assediata. Tuttavia, riuscirono gli ateniesi a resistere o furono sconfitti?
Diciamo che Atene non verrà mai assediata pienamente. In quegli anni, Archidamo il re e generale spartano guidava i suoi uomini per saccheggiare tutta l'Attica, ma Atene era troppo ben difesa per essere assediata facilmente. Di sicuro la peste fu un brutto e duro colpo per gli Ateniesi, Tucidide ci dice che i morti furono davvero tanti ma per una polìs come Atene (la più grande e abitata di tutte) non era un gran problema. C'è da tenere conto una cosa: a quell'epoca si poteva morire per un raffreddore, dunque qualsiasi essere umano (scientificamente provato) aveva degli anticorpi che farebbero impallidire i nostri, altrimenti la mortalità era altissima. Tucidide ci parla infatti di moltissimi che erano riusciti a resistere alla pestilenza (i cosiddetti monatti). L'origine della peste erano tantissime: c'è chi diceva che erano stati i Peloponnesiaci a inquinare i pozzi, chi parla di un'infezione che dall'Oriente attraverso il Pireo (il porto di Atene) sia dilagata in città, ovviamente chi asseriva ad una punizione divina (la ybris ateniese = tracotanza, sboronaggine), ecc...
Di sicuro gli Ateniesi resistettero a lungo e bene. Ce lo testimoniano altri trent'anni di guerra.
CITAZIONE (SrTia @ 28/5/2013, 18:16)
C'è una domanda che mi faccio da tempo. Ho letto che solo a Sparta gli opliti avevano tutti la stessa uniforme, mente nelle altre poleis ognuno aveva per esempio un'immagine diversa sullo scudo. Ma quindi come facevano a riconoscersi in una battagli notturna tipo? La vedo dura distinguere i compagni dai nemici nel caos che si generava.
Domanda molto cattiva (te odio e amo al contempo): diciamo che nell'antichità, anche nei primi del Novecento, la notte era sempre un pericolo, si evitava di combattere.
Tendenzialmente gli attacchi notturni erano attacchi disperati e non erano, come si pensa (da una parte anche giustamente), un effetto sorpresa, dal momento che è comprensibile che un esercito doveva marciare lentamente con le insegne in alto e tante tantissime torce accese per combattere e affrontare il nemico. Alcune volte si spegnevano le torce ma i rischi erano altissimi: confusione in campo, pericolo di defezioni involontarie, uccisioni di alleati, ecc...
L'oscurità è un'arma a doppio taglio. Tutto dipende da come la usi.
In ogni caso per gli scudi, un tema a me molto caro, non solo c'erano le effigie della tua città ma addirittura quelle della famiglia aristocratica a cui appartenevi, poi al demos, o al villaggio, alla comunità, ecc...
Lo scudo era importante soprattutto per quello. Per questo i Greci avevano la fissa con l'aspìs prima e poi l'òplon dopo (anche se il termine tecnico vero e proprio rimarrà sempre aspìs).
«Torna con il tuo scudo o sopra di esso» serviva per ricordare chi eri, non è tanto una frase sborona, anche se poi i Lacedemoni avevano la famosa Lambda all'interno dello scudo spesso incidevano dei segni, delle scritte che ti indicava il nome e la famiglia del guerriero.
Poi più tardi si diffuse l'uso di particolari sigilli che servivano da "carta d'identità"
Diciamo che ognuno aveva la sua moda.
CITAZIONE (Quintus @ 28/5/2013, 19:40)
Sai per caso come si chiamano i libri che hai letto su questo argomento,dato che mi interesserebbe approfondirò?
Storia Greca di Bettalli.
È il libro universitario che ho usato io...