Ucronia Roma 264 a.c.

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Quintus
view post Posted on 15/4/2013, 18:22     +1   -1




Scusa se ho fatto ancora attendere,ma ho appena finito di studiare quasi per 6 ore e sono molto stanco. Andiamo con ordine.
La storia dei seleucidi non l ho trovata su internet,ma su un libro( la lancia il gladio il cavallo, di Marco scardigli,ottimo libro sulle guerre di Roma in Italia).pultroppo anch io ne vorrei sapere di più,ma induce righe diceva che si concluse in un nulla di fatto.
2) per il saccheggio non intendevo Roma,tanto vale fare come dicevi te, di conquistare a direttamente,ma la Campania,il sud Italia e anche l Etruria.andava fatto in maniera più radicale,più a fondo nel territorio nemico,e contro obiettivi via via più importanti,e quindi con un crescendo di truppe.di certo una guerra del genere avrebbe giovato a Cartagine e ai suoi mercenari.
3)per il contingente cittadino,sapevo della sua esistenza,ma non credevo fosse utilizzato nella seconda guerra punica.propabilmente come di ti doveva costituire una sorta di corpo d élite di riserva a Cartagine,un po' come le coorti urbane nella Roma repubblicana e i pretoriani nel periodo imperiali,anche se forse il confronto non è pari-pari.
Aggiungo infine una cosa: cosa ne dici se Roma avesse aperto un secondo fronte in Africa,ma non come fecce Attilio regolò diretto su Cartagine, ma secondario nei pressi della tripolitana o della numidia,di modo che devastassero i campi coltivati cartaginesi e non si trovassero esposti a grandi eserciti punici, almeno agli inizi,magari con il sostegno di qualche tribù numidica o Mauritania???avrebbe migliorato le condizioni di guerra di Roma?
Inoltre cosa ne pensi dei greci e del loro peso durante la guerra in Sicilia? Avrebbero potuto opporsi a Roma e in cambio mantenere l indipendenza da Cartagine così come fecce Siracusa?
 
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Rex Romanorum
view post Posted on 16/4/2013, 00:43     +1   -1




Molto bene stai tranquillo per i tempi delle risposte che non ci corre dietro nessuno.

Andiamo avanti:

1) per i mercenari Seleucidi, considerando che il tutto si concluse con un nulla di fatto, in una guerra con tutte le battaglie e gli scontri che ebbe la prima guerra punica, mi sa che non ci saranno molte fonti che ne parlino e se ne parlano quasi sicuramente ne parlano poco;

2) se per i saccheggi si fosse operato come dici tu sarebbe stata una tattica molto efficiente, ma con l'inconveniente che essa si sarebbe potuta mettere in atto da una parte e dal altra, quindi le operazioni avrebbero potuto infliggere a tutte e due le parti gravi danni senza risultare risolutive, in questo tipo di guerra di logoramento secondo me sarebbe stata favorita Roma con il suo esercito di riservisti rispetto a Cartagine, perché per i Romani sarebbe stato più facile reagire agli attacchi con i legionari locali con i quali avrebbe potuto infliggere dele perdite agli attacanti e magari anche qualche sconfitta senza che la presenza di tali legionari costasse nulla a Roma, mentre Cartagine se avesse disperso i suoi mercenari su tutte le coste si sarebbe dissanguata per le spese, se non lo avesse fatto sarebbe stata dissanguata dagli attacchi Romani;

2b) forse fu per questo che i Cartaginesi iniziarono a creare unita come i libi-fenici, perché compresero di aver bisogno di truppe disponibili sul territorio e ben motivate a difenderlo, quindi probabilmente se le guerre tra le due città si fossero protratte ancora per molti anni, Cartagine si sarebbe orientata su un tipo di organizzazione militare più simile a quella romana;

3) per i contingenti cittadini il loro compito principale era difendere Cartagine, ma esso veniva occasionalmente usato anche lontano dalla città già dal IV secolo;

4) Roma ebbe un opportunità di servirsi dei ribelli numidi durante la spedizione di Regolo ma il console, quasi sicuramente troppo sicuro di vincere, non li uso, Roma avrebbe potuto sfruttare il fatto che anche dopo la sconfitta di Regolo i numidi continuarono a combattere contro i loro oppressori per alcuni anni, magari invece di mandare tutte quelle unità ad assediare le città della Sicilia occidentale avessero ritentato subito una grossa spedizione sulla capitale, questa volta cercando da subito l'alleanza dei numidi forse avrebbero potuto vincere la guerra con molti anni d'anticipo, avrebbero avuto, probabilmente, dei vantaggi non da poco anche se avessero inviato una piccola spedizione composta da pochi soldati esperti e graduati con il compito di fare da istruttori militari ai Numidi, avrebbero potuto fare molti danni ai Punici, con il rischio però di svelare attraverso i prigionieri e i traditori le loro tattiche al nemico, però ciò avrebbe avuto un senso se lo si fosse fatto negli anni immediatamente seguenti alla sconfitta di Regolo, poi i Numidi vennero sconfitti e dopo il 249 e fino al 243 Roma non mise più in mare una flotta capace di supportare una spedizione di grosse dimensioni contro Cartagine e quando riuscirono a metterla in mare il nemico era cosi stremato che bastò sconfiggerli in mare per costringerli alla pace senza bisogno di invadere l'Africa;

4b) come hai detto prima tu bisogna colpire il cuore del nemico, i fronti secondari sono un ripiego se non puoi colpire il nemico con buone possibilità di successo, i Romani ai tempi di Regolo, potevano sensatamente pensare che fosse relativamente facile sconfiggere a casa sua Cartagine, quindi non avevano motivi per puntare a creare un fronte secondario di disturbo, , dopo il fatidico 249 abbiamo detto che non ebbero una flotta militare degna di questo nome, quindi se il fronte si doveva creare ciò doveva avvenire dopo il 255 e prima del 249, e avessero aperto un fronte in Tripolitania avrebbero allungato di molto le loro linee di rifornimento, il che non era un problema se stavi operando in una zona fertile mentre ti dirigi verso la capitale nemica, ma se dovevi intraprendere una strategia della terra bruciata, in un territorio che di suo non offriva molto neanche quando era tenuto bene, allora poteva facilmente diventare un problema molto serio, se la flotta non avesse potuto rifornire l'esercito quest'ultimo sarebbe potuto essere messo in crisi anche da pochi cavalieri nemici che facessero anche loro la terra bruciata li dove non l'avevano fatta i Romani.

Inoltre per i Cartaginesi era molto più facile far arrivare una grossa armata in Tripolitania che non in Sicilia o in Italia mentre con i sistemi dell'epoca i Romani non avrebbero inviato truppe durante l'inverno quindi l'armata si sarebbe trovata isolata e se attaccata da forze più numerose avrebbe potuto essere totalmente sbaragliata. Se l'operazione fosse stata un fallimento i Romani si sarebbero trovati a dover arruolare altre legioni e la guerra sarebbe durata di più, se avessero avuto successo i Cartaginesi avrebbero dovuto richiamare truppe dalla Sicilia il che avrebbe forse facilitato la conquista Romana dell'Isola se invece il corpo d'invasione avesse ottenuto risultati cosi buoni da costringere i Punici alla pace ciò avrebbe significato far finire la guerra anni e anni prima è appunto questo che poteva cambiare solo la velocità della vittoria Romana.

Ho riscritto il commento perché mi sono accordo di averlo fatto un po alla cavolo.

Edited by Rex Romanorum - 16/4/2013, 14:56
 
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Quintus
view post Posted on 17/4/2013, 14:14     +1   -1




Si però con la spedizione di Attilio regolò,Roma era un po' più scettica nel affrontare direttamente Cartagine,perciò un assedio diretto era totalmente da escludere.c e poi da considerare che il sistemati fenico cartaginese era uno dei migliori all epoca,in particolare il porto,tanto da essere considerata una meraviglia dell antichità.attaccarla direttamente e poco dopo una sconfitta poteva essere distruttivo per Roma.un altra idea: Cartagine si serviva di quasi esclusivamente mercenari,se Roma avesse fatto come avvenne nel medioevo,in cui si corrompevano i capitani di ventura,non si poteva corrompere intere armate nemiche.tanto ai mercenari importava il soldo e inoltre tale tecnica ebbe molti frutti in futuro all epoca della guerra civili e del secondo triumvirato,dove 100000 ( può sembrare una cifra iperbolica ma è così)soldati di lepido in Sicilia furono corrotti dai generali di Ottaviano.poteva essere un modo per indebolire Cartagine senza che essa potesse fare lo stesso con Roma,in quanto si serviva di soldati cittadini,che fino a Mario importava più la patria che il soldo( bei tempi :) ).
Aggiungo: per la tecnica dei raid,Roma poteva avere molti soldati, ma non c e nulla che attesta che ne disponesse,durante la guerra,di riserva e se così fosse sarebbe stato necessario dividere in più vexxilatio. Inoltre Cartagine poteva,ancora per poco,vantare la flotta migliore e più rapido del mediterraneo,esperte nelle situazioni di tempesta,al contrario di Roma.ultima cosa,tornando a un topic precedente,che cosa ne pensi di un aiuto da parte di antigono II di Macedonia,o di un cambio di fronte da parte delle città greche( so che sono ripetitivo ma mi interessa molto questa parte :) ).
 
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Rex Romanorum
view post Posted on 17/4/2013, 22:43     +1   -1




Per gli attacchi sul territorio Africano di Cartagine quelli diretti, come hai giustamente detto tu, dopo la disfatta di Regolo erano difficilmente proponibili, ma quelli indiretti per certi versi lo erano anche di più, la Tripolitania difficilmente avrebbe offerto risorse alimentari sufficienti a una grande armata e si correva il rischi di venire facilmente chiusi, in inverno, tra un armata Cartaginese, molto superiore di numero e il deserto, dove un armata rischiava di venire rapidamente decimata dal caldo e dalla sete, se invece si fosse operato dal altra parte, nella zona costiera dell'attuale Algeria, i rischi di finire nel deserto sarebbero stati molto minori ma si rischiava quasi lo stesso di venire attaccati in inverno da una forza nettamente superiore.

Qui parlo di attacchi in inverno perché le flotte di quel epoca navigavano, se mi ricordo bene, quasi sempre da Marzo ad Ottobre, quindi per 4/5 mesi i romani quasi sicuramente non avrebbero avuto rinforzi ne avrebbero potuto attaccare massicciamente in un altro punto. Poi se anche questo tipo d'operazioni avesse avuto successo avrebbe solo anticipato la fine della guerra.

La corruzione era poco realistica per diversi motivi il primo era che Roma aveva molto meno denaro di Cartagine, poi i Romani del epoca disdegnavo questi mezzi e inoltre le truppe Cartaginesi non erano quasi mai guidate da capitani di ventura ma da cittadini, appartenenti alle classi sociali più elevate, che difficilmente avrebbero accettato di svendere gli interessi della loro patria e di mettere a rischio di rappresaglie le loro famiglie. Mentre il caso che citi tu è diverso perché tutte le circostanze che rendevano la corruzione poco praticabile ai tempi della prima guerra punica erano diventate circostanze che la facilitavano. Per il cambio di mentalità dei legionari, mi sembra che esso riguardasse le questioni interne, mentre per quelle esterne i legionari, anche dopo Mario si comportavano più o meno allo stesso modo. Poi questo cambiamento non riguardava solo i legionari ma tutta la società Romana, del resto è inevitabile che in un esercito nazionale vengano rispecchiati molte delle idee e dei valori della nazione che li ha espressi.

Per le operazioni di contro incursione, se quando Catullo arrivo alle Egadi, Cartagine ci mise mesi per preparare una flotta, vuol dire che essa non aveva più una gran quantità di navi e se hai poche navi puoi trasportare pochi uomini, ora dopo il tuo sbarco la popolazione locale poteva mobilitarsi rapidamente per tendere imboscate o se ci si trovava nelle vicinanze di centri popolosi, quindi con molta popolazione per dare battaglia, infatti Roma agli inizi della guerra disponeva di oltre seicentomila riservisti, in pratica tutti i maschi dai 17 ai 45 anni, in condizioni fisiche decenti e con abbastanza denaro per pagarsi l'equipaggiamento erano riservisti, quindi anche se Roma non gli pagava erano presenti sul territorio e sicuramente se avessero avuto la possibilità di difendere le proprie terre l'avrebbero fatto.

Per le città Greche della Sicilia, l'altra volta me ne ero scordato scusami, sinceramente penso che l'unica che avesse una minimo di autonomia politica fosse Siracusa, le altre erano in pratica città occupate o quasi, il loro appoggio non credo sia stato ne molto importante, ne molto spontaneo, penso che esse avrebbero cambiato fronte solo se i Romani si fossero fatti sconfiggere ripetutamente dai Cartaginesi e se questi ultimi oltre a dimostrati più forti si fossero presentati sotto le loro mura, per Antigono mi sembra che fosse impegnato contro l'Egitto e i suoi alleati, anche se riuscì a vincere non poteva attaccare e conquistare l'Egitto, non potendolo eliminare la minaccia principale non poteva neanche scoprirsi troppo, mandando un esercito di grandi dimensioni lontano dai suoi possedimenti, se fosse intervenuto probabilmente sarebbe stato poco incisivo, anche perché, secondo me, le falangi con i loro soldati poco difesi contro le armi da lancio e con le loro grandi formazioni difficilmente avrebbero potuto contrastare le legioni romane.

Ma un eventuale intervento di Antigono, cosi come un intervento dei mercenari Seleucidi, avrebbe potuto avere un risvolto importante, se infatti i sovrani ellenistici avessero sperimentato sul campo l'eccellenza dei manipoli romani, magari avrebbero potuto riformare le loro tattiche di fanteria copiando dai Romani, come farà in parte anche Annibale, cosi che quando si fossero trovati a combattere contro i Romani avrebbero potuti contrastarli più efficacemente e magari vittoriosamente.
 
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Quintus
view post Posted on 18/4/2013, 13:56     +1   -1




Si ma per la corruzione non ci si doveva rivolgere drittamente ai capitani,ma ai soldati spargendo la notizia un po' come fecce Cesare in Africa. Per le città greche,si la stra maggioranza era sotto giogo straniero e se Roma non interveniva,si rischiava che tutte cadessero.pero Siracusa aveva tutte le possibilità che aveva Roma di diventare una grande potenza,con la possibilità di controllare tutto la Sicilia,e potendo contare su una buona flotta,un esercito decente,mura straordinarie,e un posizione economica non molto dissimile da quella cartaginese,anzi ancora più centrale per i commerci mediterranei.mancava di una salda linea dinastica o comunque di un duraturo potere centrale,ma secondo me esse rappresentava l ago della bilancia durante la guerra( salvarono loro roma dal disastro di Agrigento,fornirono truppe valide ed un discreto approvvigionamento per le legioni romane.per antigono,so che era impegnato contro altre varie potenze,ma è anche vero che sotto il suo regno,la Macedonia miglioro economicamente e credo che un piccolo esercito poteva essere messo in piedi.sfruttando magari il desiderio di rivincita dei tarantini,si poteva sbarcare a sud e ritagliarsi un proprio regno. Roma poteva disporre di riservisti,ma mi pare che fossero 300000 a inizio guerra,molti impegnati in Sicilia, circa 50000 iniziali più altri successivi( e molti persi nei naufragi).fermare un esercito da sud,supportato da Cartagine secondo me avrebbe letteralmente squartato la repubblica in 2. Infine credo che se anche Cartagine aveva poche navi,rimaneva ancora suprema nei mari,d altronde Roma era messa anche peggio,e a determinare la rovina punica fu la fretta di costruire una nuova,usando legno non stagionato che distrusse la flotta come spesso era capitato ai romani a inizio guerra.
 
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Rex Romanorum
view post Posted on 18/4/2013, 23:31     +1   -1




Per la corruzione le situazioni erano completamente differenti, i casi che citi tu erano avvenuti durante dei conflitti civili Romani, quello tra Augusto e Lepido era una guerra senza causa oltre la ricerca del potere da parte di due uomini, ai tempi di Cesare la guerra aveva basi politiche, ma Cesare si presentava come il campione del popolo contro i nobili, quindi poteva sperare che i soldato fossero ben disposti a passare dalla sua parte, mentre ai tempi della prima guerra punica si combatteva una guerra esterna, con soldati che non avevano nessun intenzione di disonorarsi facendo un atto che poteva essere assimilato al fuggire davanti al nemico, poi gli ufficiali punici difficilmente si sarebbero fatti sfuggire da sotto il naso grossi contingenti, senza contare che i Romani di quegli anni erano degli uomini rudi che non amavano fare questo tipo di giochetti.

Non ho detto che fossero occupate per accusare nessuno, le città Greche della Sicilia avano perso quasi tutta la loro libertà da molto tempo, per le possibilità di Siracusa di diventare una grande potenza? Di sicuro quando scoppio la guerra nel 264 erano del tutto sparite, forse Siracusa avrebbe potuto salire a diventare una grande potenza se avesse avuto una maggiore stabilità politica interna e una politica estera più efficace e coerente ma sarebbe stato lo stesso molto difficile.

L'esercito Romano nel 264 a.c. mi ricordo che contava oltre 300.000 riservisti tra i cittadini Romani, la cittadinanza era già stata estesa a gran parte dell'Italia centrale, in più gli alleati italici senza cittadinanza potevano offrire anche loro oltre 300.000 riservisti, per le morti nei naufragi essi colpirono sopratutto i rematori, che erano reclutati tra le classi sociali più povere, prive dei mezzi per acquistarsi un armatura, quindi anche se i naufragi furono dei pessimi colpi per il morale dal punto vista della forza del esercito terrestre incisero relativamente poco.

Per Antigono ho già detto che secondo me avrebbe corso grossi rischi a mandare un grosso esercito e uno piccolo si sarebbe fatto sconfiggere facilmente, se fosse riuscito a inviare 30.000 uomini con qualche decina di elefanti avrebbe potuto infliggere gravi perdite ai Romani e forse avrebbe cambiato il corso della guerra, ma il suo problema era che molto difficilmente poteva evitare di essere a sua volta attaccato dai Tolomei, che quasi certamente non avrebbero certo gradito molto che i loro vicini Macedoni e Cartaginesi aumentassero contemporaneamente il loro potere, quindi probabilmente la guerra si sarebbe estesa al oriente ellenistico divenendo una guerra panmediterranea, in cui probabilmente sarebbero entrati anche i Seleucidi.

Per l'ultimo atto se mi ricordo bene secondo Polibio la rovina fu dovuta alla scarsa qualità degli equipaggi formati da detenuti e schiavi.
 
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Quintus
view post Posted on 22/4/2013, 14:01     +1   -1




Siracusa aveva proprio questo problema,una volta una guida forte e due volte un chiunque sia incapace.ma le possibilità c'è le aveva,sopprattutto economiche.non credo che la cittadinanza fosse così estesa per popoli appena sottomessi e con la guerra sociale da combattere per ottenerla.i naufragi causarono morti sopprattutto per le classi più povere ma questo non esclude anche veri soldati,inoltre un morto e sempre un morto,che si possa permettere le armi o meno,ciò signìfica meno braccia per il futuro.poi con i numeri di questa guerra,i morti per quanto in gran parte nullatenenti,sono sempre una grave perdita,per lo stato e per le loro famiglie.i riservisti potevano esserci,ma non per questo Roma era al sicuro,non erano addestrati,non aveva esperienze di battaglie precedenti,costavano comunque è non era garantito il pieno presidio delle coste Italiche.la fine di Cartagine fu sopprattutto la guerra stessa a dilaniarla ma ora che rileggo in giro sui libri,ho visto che la colpa fu anche del sovraccarico delle navi stesse( trasportavano viveri ed aiuti ad amilcare).se antigono fosse intervenuto non escludo una prima guerra mondiale ante litteram ma le sorti sarebbero state più favorite a Cartagine: la guerra si sarebbe diviso su due fronti,uno orientale occupato dai regni ellenistici e uno occidentale( la vera guerra punica).l unico elemento che avrebbe correlato le due guerre sarebbe stata la Macedonia che sosteneva Cartagine,difficilmente l impero e l Egitto potevano portare aiuti in occidente, forse gli ultimi potevano fornire qualche nave ma nulla di più a Roma.la Macedonia era più libera nei movimenti e con il sostegno seleucide poteva difendersi efficacemente dal Egitto.inoltre non è detto che gli schieramenti sarebbero stati questi: l Egitto e Roma anche se da poco alleate, erano ancora molto distanti e sostenere la repubblica poteva portare a poco.forse una neutralità o una successiva espansione post guerra contro nazioni stremate sarebbe stato assai meglio.
 
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Rex Romanorum
view post Posted on 23/4/2013, 12:51     +1   -1




Ciao nessun problema facciamo le cose con comodo. In questo post ti risponderò solo su Siracusa.

Per diventare una grande potenza bisogna avere una forte base territoriale, per costituire questa base non basta avere esercito e marina efficienti e buone disponibilità di denaro occorre anche che ci siano le condizioni e l'opportunità per diventarlo. Ma Siracusa non ebbe se non sporadicamente le opportunità per espandersi ad ampio raggio.

Fondata sul finire del VIII secolo a.c., dopo essersi consolidata ebbe un periodo d'espansione che la portò dopo circa un secolo a dominare una parte della Sicilia sud orientale, fondò alcune colonie in questa zona, ma ebbe i soliti problemi che le città Greche avevano con le colonie, queste si ribellavano appena potevano, i Siracusani non riuscirono a creare un sistema statale che andasse oltre i confini di una città, restando forte e popolare.

Il governo era strettamente oligarchico, quindi questi pochi oligarchi non avevano voglia di rischiare il molto che avevano per cercare di conquistare un altro po, agli inizi del v secolo ci fu un tentativo di rivoluzione democratica ma gli oligarchi, chiamarono Gelone che divenne tiranno egli creò un alleanza tripartita con altri due tiranni e con questi riuscì a respingere un attacco Cartaginese.

Sotto i primi tiranni Siracusa ebbe una discreta espansione ma questo tipo di regime, sopratutto nelle poleis Elleniche di quell'epoca, difficilmente dura molto e quando si hanno dei crolli interni le conquiste in particolare quelle nuove sono ad alto rischio. D'altra parte le poleis Elleniche, non tiranniche, forse con la sola eccezione di Sparta, si dimostrarono incapaci di costruire uno stabile dominio su altre poleis ed erano troppo piccole per dominare interi popoli barbari, ai quali potevano sottrarre qualche territorio ma non sottometterli, l'egemonia d'Atene durò meno di un secolo e fu instabile e quella di Tebe durò finché duro Epaminonda, morto lui finì tutto.

Dopo il fallimentare tentativo Ateniese di conquistare la Sicilia avvennero una serie di guerra tra Siracusa e Cartagine che prima dell'arrivo dei Romani vanno avanti per circa un secolo e mezzo.

Siracusa aveva risorse nettamente inferiori a Cartagine e molto difficilmente avrebbe potuto vincere e scacciare i Punici dalla Sicilia, per farlo ci sarebbe voluto un autentico genio militare, del calibro di Alessandro o Cesare o roba simile, mai geni non crescono sugli alberi ne si può condurre una politica estera aggressiva sperando che di avere successo perché prima o poi nascerà tra le proprie file un genio. Oppure si sarebbe dovuto creare un clima di forte patriottismo tra molti di coloro che vivevano sotto il governo Siracusano, come fece Roma nella penisola Italiana, in modo da poter chiedere a tutti di impegnarsi completamente per il bene comune, ma ciò non si poteva ottenere ne con un governo tirannico ne con il dominio di una polis sulle altre, l'unico nodo sarebbe stato costituire una lega federale come quella achea e eolica, ma queste leghe si formavano quando nessuna polis fondatrici era troppo più forte delle altre.

Siracusa evitò la sconfitta totale per una serie di motivi:

scarso amore per la guerra e per la conquista dei Cartaginesi che li portava spesso a finire la guerra ai primi insuccessi;

ottime mura difensive costruite da Dionisio e le paludi vicino a Siracusa che decimarono più volte le truppe assedianti;

superiore abilità di alcuni comandanti Ellenici.

Dopo le prime guerre contro i Cartaginesi i governanti Siracusani avrebbero dovuto capire che non era il caso di continuare a tentare di conquistare tutta la Sicilia e che se lo si voleva fare era meglio accettare una spartizione dell'isola e tentare l'espansione verso altre direttrici.

Le altre direttrici possibili erano la penisola Italiana e la penisola Ellenica, la prima aveva alcune poleis e da popoli locali la prime erano difficili da conquistare, difficili da tenere e difficili da difendere e i secondi erano troppo consistenti demograficamente per essere conquistati da Siracusa, che doveva sempre tenere consistenti contingenti in Sicilia per tenere sottomesse le polis conquistate e scoraggiare i Cartaginesi. La penisola Ellenica era per lo più povera, con città stato, che per la situazione geo-strategica Ellenica, erano ancora più difficili da conquistare di quelle del sud Italia e ancora più difficili da tenere. Ogni altra direttrice d'espansione era velleitarie e destinata al fallimento perché troppo distante dalla base di partenza.

Dionisio aveva capito o almeno intuito lo stato delle cose e aveva fatto tentativi verso la penisola Italiana ma non concluse molto, forse anche perché Dionisio era un tipo dispersivo che cercava di fare troppe cose, dopo di lui nessuno tra i nati a Siracusa ebbe le capacità per realizzare grandi cose, forse solo Timoleonte avrebbe potuto rilanciare Siracusa, ma il grand'uomo che respinse i Cartaginesi e scacciò i tiranni non realizzò un sistema istituzionale che potesse durre ed essere utile alla causa Siracusana, era un aristocratico moderato.

Quindi no Siracusa ha avuto opportunità molto scarse di fondare un impero. Al massimo avrebbero potuto tenere unificata la Sicilia centro orientale e tenere qualcosa nell'Italia meridionale, ma da li a fondare un impero ce ne passa troppo.
 
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Quintus
view post Posted on 28/4/2013, 20:36     +1   -1




Si ma Siracusa a dispetto di molte altre colonie,sebbene un forte sviluppo iniziale che le consentì di ottenere un vantaggio sulle altre città,tanto da essere definito primo impero d occidente.il tentativo democratico ci fu ma non fu abbattuto da gerone,anzi egli fu uno dei tiranni più amati di tutta la storia.per quanto riguarda il confronto con Cartagine,credo che i greci avessero già dimostrato di saperne la fare contro nemici superiori e con l aiuto di tutti gli altri greci era possibile opporsi validamente a cartagine( battaglia di impera).era anche possibile creare un regno magno greco( agatocle) e anche mettere in difficoltà Cartagine sul suo stesso territorio( sempre agatocle) ma la defezione di alcune città greche,e la scarse capacità del figlio fecero fallire il suo progetto.credo comunque che essa,se sotto una guida duratura e forte,poteva omettere con Roma e Cartagine,lo dimostrano personaggi grandi come agatocle,ierone,gelone,dionigi e dionigiII. Tornando alla guerra punica,dopo la pace del 241 Cartagine era ancora una grande potenza.successivamente indebolita dalla guerra dei mercenari e umiliata da Roma fu costretta a cedere Sardegna e Corsica ed ad aumentare il tributo.praticamente roma parlava e Cartagine era costretta ad ubbidire,umiliata e desiderosa di rivalsa.doppo la seconda guerra punica, Cartagine non poteva più difendersi se non con il consenso di Roma.aggreddita per tre volte dalla numidia,i suoi appelli non furono ascoltati da Roma.alla quarta reagì e scoppio la terza guerra.alcuni storici condannarono questi comportamenti,compresi ferventi sostenitori di Roma tra cui polibio.cosa ne pensi di questo due comportamenti tenuti da Roma nei confronti della sconfitta?erano giusti o troppo opprimenti nei confronti di una ex potenza che di colpe non ne aveva se non quella di essersi opposta a Roma?
 
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Rex Romanorum
view post Posted on 28/4/2013, 23:30     +1   -1




Ok anch'io mi dovrei scusare perché avrei dovuto scrivere altri commenti per parlare anche degli altri argomenti da te sollevati nel post precedente, ma ho avuto da fare.

Andiamo a parlare di Siracusa.

Gerone fu uno dei tiranni più amati, ma resta il fatto che prese il potere in accordo con gli aristocratici dopo un tentativo di rivoluzione democratica, poi consolidò il suo potere con una politica estera di successo, ma non megalomane ne velleitaria anzi furono la mancanza di questi due difetti a dargli il successo, per quanto ne so anche fu abbastanza moderato in politica interna, ma per fare un impero ci ben vuole altro.

I Greci dimostrarono di poter sconfiggere nemici numericamente molto superiori sopratutto contro i Persiani, che però avevano tattiche e armamenti della fanteria pesante nettamente inferiori ai Greci, il che in un territorio come quello della penisola Ellenica, che poco si prestava alle operazioni di cavalleria, era come andare a combattere con una mano legata dietro la schiena, sopratutto erano inferiori agli Spartani che diedero il maggior contributo alla vittoria di Platea. gli invasori furono sconfitti sul mare in buona parte per una serie di errori di Serse. Mentre i Cartaginesi, come abbiamo già visto, almeno fin dalla metà del IV secolo a.c. avevano reparti armati e addestrati in maniera simile agli opliti Greci e come marina non aveva nulla da invidiarli.

Per l'opposizione ai Cartaginesi si era possibile, ma una cosa è difendersi da un aggressione, magari arroccandosi sulle mura, una circostanza questa dove anche chi detesta il governo è costretto a battersi con impegno, almeno per difendere la sua famiglia e le sue proprietà, mentre un altro paio di maniche è attaccare una serie di città pesantemente fortificate e accanitamente difesa dalla popolazione locale e dai mercenari nemici, nel primo caso un esercito numericamente modesto di professionisti, appoggiato dalla popolazione e da milizie locali può ottenere la vittoria o comunque vendere cara la pelle, nel secondo devi avere un esercito composto interamente da combattenti stipendiati e disposti a tutto, un tale esercito era al di là delle disponibilità economiche dei Siracusani.

Una volta esclusa la possibilità di buttare a mare i Cartaginesi, ci si sarebbe potuto espandersi verso la penisola Italiana, ma i territori della Calabria erano montuosi, poveri e popolati da genti bellicose, più a nord, nell'attuale Basilicata, la situazione era abbastanza simile, quindi i Siracusani per costruire il loro impero avrebbero dovuto passare un paio di generazioni a condurre delle dure, costose e sanguinose guerre per dei boschi e dei monti privi d'interesse economico, un espansione verso le più ricche Puglia e Campania sarebbe stato molto problematico dal punto d vista logistico, le eventuali conquiste in assenza di una continuità del dominio Siracusano sarebbero state molto difficili da mantenere, in uno scenario come era quello dell'Italia meridionale dell'epoca.

Inoltre come abbiamo già detto e visto Siracusa aveva problemi di stabilità istituzionale, questo era più grave del fatto che qualcuno dei suoi governanti fosse molto meno capace dei suoi predecessori, infatti questi sbalzi nell'efficienza dei governanti capitano a tutti, letteralmente a tutti, il problema vero era che ogni volta che si cambiava il governo da tirannide a repubblica e viceversa o da oligarchia a democrazia, tutte le conquiste fatte erano a rischio ed anche i legami diplomatici dovevano essere riallacciati, i vertici delle forze armate potevano essere perseguitati per i loro legami con i precedenti governanti, insomma ogni cambio di regime era un rischio.

D'altra parte in una polis i regimi di una sola persona non erano quasi mai molto durevoli, quelli oligarchici erano quasi sempre fortemente impopolari e quelli democratici molto spesso vivevano alla giornata e sia i democratici che in minor misura gli oligarchi spesso si facevano detestare dalle città sottomesse. Questi erano i difetti tipici delle poleis Elleniche e in minor misura dei governi fortemente decentralizzati, questo tipo di governi sono probabilmente quelli che rendono più soddisfatti i loro cittadini, ma sono anche le forme di governo che meno si prestano a costituire un impero, Roma a questo proposito fece un autentico miracolo nel costituire il suo impero, ma alla fine lo pagò perdendo il suo governo repubblicano per diventare l'ennesima monarchia, questo problema si sarebbe potuto risolvere solo adottando una struttura di governo federalista, come la lega Achea e la lega Etolica, ma come abbiamo già visto questo tipo di leghe nascevano li dove nessuna polis poteva dominare le altre. Quindi non c'erano le premesse per realizzare quell'unione di armi e di cuori che fece grande Roma.

Per il comportamento dei Romani dopo la fine delle prime due guerre Puniche e prima dell'inizio della terza:

1 la decisione Romana di costringere a tradimento Cartagine a cedere Sardegna e Corsica, dopo la rivolta dei mercenari, fu umanamente comprensibile, i Romani avevano perso moltissimi uomini e probabilmente erano insoddisfatti di aver conquistato solo la Sicilia, ma politicamente miope, questa decisione spinse l'opinione pubblica Cartaginese a un forte desiderio di rivincita su Roma, li spinse a ricostruire l'esercito e poi a conquistare la Spagna, quindi se i Romani volevano prendersi queste due isole non dovevano fermarsi ma dovevano battere il ferro finché caldo e fare subito una guerra per ridurre Cartagine al rango di protettorato fin da allora, se invece non si voleva fare subito una nuova guerra si sarebbe dovuto rinunciare all'occasione di prendersi le isole e cercare una soddisfacente pacificazione con i Punici,in questo caso i Romani furono incoerenti e brevimiranti;

2 le condizioni di pace imposte alla fine della seconda guerra furono, considerando la situazione e la crudeltà della guerra, molto lungimiranti, Cartagine venne messa in condizioni di non nuocere e tributo a parte le vennero risparmiati umiliazioni protratte nel tempo, in questo caso pollice su e complimenti a Scipione;

3a le cause dello scoppio della terza guerra Punica sono state molto dibattute, dal punto di vista morale sono praticamente quasi tutti d'accordo che fu una carognata delle peggiori, Cartagine era inoffensiva per Roma e anzi durante le guerre di Roma in oriente l'aveva aiutata, come era suo dovere in qualità di stato vassallo, con la sua flotta mercantile e militare, inoltre le ripetute aggressioni da parte dei Numidi anche loro alleati di Roma puzzano di provocazioni per far ricadere su altri la colpa della guerra;

3b dal punto di vista utilitaristico sono state fatte diverse considerazioni, Cartagine era una città ricca e popolata, importantissimo centro commerciale una sua conquista avrebbe dato immensi benefici ai Romani, sia in termini di bottino di guerra sia come nuove entrate dovute al imposizione di tasse in quei territori, alcuni storici moderni più o meno ispirati da teorie marxiste parlano anche di interesse commerciale nel eliminare la concorrenza dei Cartaginesi, ma io mi sento di escluderlo perché non mi sembra che i Romani attuassero una politica mercantilistica per dominare i mercati, se volevano arricchirsi facevano prima e si affaticavano di meno a imporre nuove tasse ai provinciali, secondo me si potevano ottenere risultati migliori senza ammazzare tutta quella gente, semplicemente imponendo ai Cartaginesi di sottomettersi e di accettare una guarnigione Romana al interno delle mura, lo si sarebbe potuto fare dopo uno degli attacchi dei Numidi, ma non lo si sarebbe potuto fare più dopo quattro attacchi Numidi e dopo la carognata di aver iniziato ad assediare Cartagine nessuno in quella situazione si sarebbe fidato della parola dei Romani, forse le vere cause dell'ultima aggressione Romana a Cartagine vanno ricercate nel desiderio di vendicarsi per i morti e le umiliazioni subite al tempo di Annibale, pollice verso senza se e senza ma hanno fatto malissimo.

P.S. Se alla fine della seconda guerra i Romani, visto che erano già in Africa, visto che avevano appena sconfitto il nemico, visto che avevano subito moltissimi anni di sconfitte e di saccheggi dei loro territori, se avessero assediato Cartagine e l'avessero distrutta penso che nessuno o quasi li avrebbe condannati per questo.
 
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Quintus
view post Posted on 29/4/2013, 17:00     +1   -1




Partendo dalla fine: la terza guerra punica fu agevolata dalle condizioni foste a fine seconda guerra e dalla richiesta di tutte le armi per il risparmio di Cartagine,cosa mai avvenuta.se così non fosse successo e l avessero subito attaccata,non credo vi sarebbero riusciti altrettanto facilmente,troppo ancora potenti le difese cartaginesi,senza aver dovuto pagare i tributo a Roma.per le carognate compiute da Roma credo che esse fossero gli unici atti,ma gravi,di barbarie compiute da Roma nei confronti di un altra splendida civiltà in grado di competere con quella greco-romana,ellenistica ed orientale.il loro sradicamento cruente credo non sia giustificabile in alcun modo dai romani,che per quante vittime avessero subito,ne avevano anche causato,e per primi pure.

Tornando alla Sicilia: non nego che l armamento cartaginese non fosse sviluppato,anzi, molto impararono dai greci,maè pur vero che i greci rimasero potenti sia via terra che via mare,e la supremazia navale dei cartaginesi non era ancora affermata contro i greci stessi.
Per Roma: credo che una federazione fosse qualcosa di impossibile,già si era provato con i latini,ma il peso di Roma si faceva comunque sentire e non fu possibile,lo dimostra poi la guerra sociale.
Concordo su Siracusa che il fatto di non avere un governo stabile,la rendesse estremamente debole,che si passase da una democrazia ad una tirannide o viceversa.

Per quanto riguarda la Calabria non sono d accordo:non so oggi ma il legno era una buona risorsa economica,solo con la silla Roma costruì intere flotte,e poi ogni sforzo sarebbe poi stato ripagato in futuro con conquiste migliori.
Lo dimostra la Spagna dopo l arrivo di Roma la Gallia,la Grecia la zona alpina e la dacia.la lotta fu dura ma i vantaggi successivi furono assai più grandi: miniere e economia Florida in Spagna,mercati di gioielli e armi raffinate in Gallia, città ricchissime in Grecia e miniere aurifere nella Alpi e in dacia.
 
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Rex Romanorum
view post Posted on 29/4/2013, 21:53     +1   -1




Partendo dal inizio.

Cartagine fini di pagare il suo tributo a Roma molti anni prima dello scoppio della terza guerra, sono pronto a scommettere che Cartagine fosse più indifesa subito dopo Zama che non prima della terza guerra, per il disarmo potevano chiederlo anche dopo Zama fingendo di volersi pacificare per poi attaccare.

Per il giudizio morale sulla distruzione di Cartagine esso sarebbe stato in ogni caso negativo, ma da un punto di vista umano sarebbe stato molto più comprensibile una distruzione avvenuta nel 202 che non nel 146, considerando poi che Cartagine era rimasta scrupolosamente rispettosa delle condizioni di pace per oltre mezzo secolo dobbiamo, se è possibile, peggiorare ancora di più il nostro giudizio morale.

Roma commise, come tutti gli imperi, numerosi atti di violenza di massa, del resto chi più chi meno nell'antichità lo facevano tutti, poi anche ai giorni nostri quasi nessuno sembra mostrare compassione per gli oltre 2.000.000 di civili Tedeschi morti durante la seconda guerra mondiale, il fatto è che quando sei in guerra agisci per uccidere il nemico e il nemico lo fa per uccidere te, questo modo di fare porta molto facilmente al odio indiscriminato, sopratutto se a combattersi sono due stati in grado di mobilitare grandi risorse demografiche ed economiche in uno sforzo prolungato.

Su Siracusa, Dionisio I che fu l'uomo di governo più energico, innovativo e ambizioso che governo la città Siciliana, attaccò ripetutamente i Cartaginesi e pur avendo buone doti militari non ottenne molto, durante il suo primo attacco egli assediò Motia, dopo un anno la conquistò, la distrusse e ne trucidò gli abitanti, ma poi non attaccò altre città e quando arrivarono le truppe Cartaginesi fu costretto alla difensiva perché? Perché smise d'attaccare e perse l'iniziativa? Perché lasciò che i Cartaginesi saccheggiassero e distrussero Messina? Perché si lasciò assediare nella sua capitale?

Semplice un tiranno, sopratutto se crudele come Dionisio, deve avere un esercito di mercenari non di cittadini soldato, ma questo tipo d'esercito è molto costoso quindi piccolo, dopo la conquista di Motia esso era stato decimato nei combattimenti casa per casa, dove anche vecchi, donne e bambini potevano fare molti danni ai soldati professionisti lanciandogli in testa di tutto, pare che anche il famoso Pirro mori a causa di una tegola lanciatagli in testa da una vecchia durante una battaglia urbana, la tegola non lo uccise ma lo stordì e lo distrasse e un soldato lo uccise, gli eserciti di mercenari poi hanno il problema dei rimpiazzi che conosciamo bene, l'esercito Cartaginese dell'epoca aveva più o meno le stesse caratteristiche ma i Punici avevano molte più risorse da mettere sul terreno, quindi o Siracusa tirava fuori un genio militare di quelli che ne nascono pochi nella storia o aveva poche possibilità di buttarli via dall'isola.

Per quanto riguarda la Calabria e l'Abruzzo si c'erano boschi ma c'erano solo quelli, niente miniere, poca agricoltura e nessuna rotta commerciale rilevante, forse una guerra di questo tipo alla fine si sarebbe potuta dimostrare conveniente nel lungo periodo, ma un terreno come quello si prestava perfettamente a una difesa basata sulla guerriglia e Siracusa avrebbe dovuto tenere impegnate molte forze per molto tempo, restando relativamente vulnerabile almeno nei suoi domini vicini ai Cartaginesi, un po come se ti dicessero che devi fare un duro lavoro sottopagato di due o tre anni come apprendista con una probabilità su 20 di morire e una su 5 di venire assunto con uno stipendio comunque basso, ma i tentativi di conquista della Puglia e della Campania per essere realizzabili e per essere stabili dovevano essere preceduti dalla conquista della Calabria.

Per la mia idea della lega mi scuso mi sono espresso male, mi volevo riferire a un eventuale lega tra Siracusa e le altre poleis Elleniche del Sud, inconvenienti dello scrivere di notte, ma le obiezioni che mi hai fatto sulla lega Romano Italica, che sono poi molto simili a quelle che avevo già fatto io su un eventuale lega pan ellenica in Sicilia, sono abbastanza convincenti da spiegare perché ciò non venne mai realizzato, una lega poi che probabilmente per essere realmente forte avrebbe dovuto includere anche i popoli non Elleni del interno, ma lo sappiamo tutti quanto fossero razzisti gli Elleni.

Per dirla in estrema sintesi secondo me la presenza Cartaginese in Sicilia occidentale, la conformazione geografica della penisola Italia e la lontananza di altri eventuali territori d'espansione rendevano quasi impossibile per Siracusa la creazione di un impero vasto e stabile paragonabile a quello di Cartagine.
 
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Quintus
view post Posted on 2/5/2013, 13:54     +1   -1




CITAZIONE (Rex Romanorum @ 29/4/2013, 22:53) 
Partendo dal inizio.

Divergiamo in tutto :D .
Comunque per il primo paragrafo,credo che dopo tutte le richieste rivolte da Roma a Cartagine,essa fosse talmente indebolita che sarebbe stato meglio resistere nel 202( c era ancora Annibale d altronde).con tutte le condizioni poste( no flotte,no elefanti ecc.)credo che la resistenza poteva salvare Cartagine così come aveva Roma nell ultimo decennio.
Per il secondo paragrafo siamo d accordo.
Per il terzo paragrafo,un minino di rispetto l avrei rivolto verso quei cittadini sopravvissuti,di una grande città come Cartagine.capisco i morti in guerra,ma schiavizzare coloro che si erano alfine arresi no.
Siracusa aveva più possibilità di sbattere via i punici( o meglio i fenici) fino al VI secolo,quando essi non erano ancora una vera potenza coloniale nel mediterraneo e non dopo.dopo però potevano ancora farcela facendo causa comune ( e non dominio) con le altre città greche.e un esempio l alleanza Siracusa- Agrigento nel 480.il legno poi è una risorsa da non sottovalutare all epoca,molto utile a fenici punici greci e a chiunque basasse il proprio potere sul mare.infine una lega greca come una romana rimane irrealizzabile.i greci sapevano imporsi solo con la forza e presto i sottomessi ( o gli alleati)si ribellavano impedendo alla Grecia di creare un impero unico ed omogeneo.semplicemente mancava all "impero greco" tatto e diplomazia.inoltre come hai detto tu erano razzisti con tutti( barbari,persiani,macedoni,romani,fenici,siculi,sicelioti ecc.)
 
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Rex Romanorum
view post Posted on 3/5/2013, 01:04     +1   -1




Allora dopo Zama Cartagine aveva pochi fanti, pochissimi cavalieri, pochissime navi e nessun elefante o quasi, comunque la flotta Cartaginese nella seconda guerra fu un illustre assente e gli elefanti se mi ricordo bene ebbero un ruolo importante per dare una vittoria significativa solo alla Trebbia, Annibale c'era e poteva sempre inventarsi qualcuna delle sue ma c'era anche un certo Publio Cornelio Scipione e anche lui poteva inventarsi qualcuna delle sue.

Il tuo discorso sul rispetto per la popolazione è moralmente giusto ma poco praticabile, basta vedere come gli alleati nella seconda guerra mondiale hanno bombardato le città Tedesche e Giapponesi per rendersi conto di quanto una guerra lunga e sanguinosa possa far imbestialire le persone, poi almeno in occidente non si è arrivati a certi estremi ma i Sovietici usarono per un po di anni come schiavi un bel po di prigionieri Tedeschi, Ok i nazisti avevano fatto di peggio e avrebbero commesso altre barbarie ma spero si sia capito il senso di ciò che ho scritto, durante le guerre dell'epoca gli eserciti si sostentavano con il saccheggio sistematico dei territori in cui operavano, le città e i villaggi che opponevano resistenza venivano distrutti e gli abitanti che non venivano uccisi erano ridotti in schiavitù.

Ecco un esempio di come avvenivano simili azioni, la ricostruzione si riferisce alla guerra dei trent'anni ma certe cose sono cambiate poco fino a poco tempo fa.

https://www.youtube.com/watch?feature=ends...ZHnnyd7ai0&NR=1

Annibale stesso in occasione dell'assedio di Capua da parte dei Romani saccheggio dei territori al solo scopo di di attirare i Romani lontano da Capua la cosa non funzionò. I Romani decisero di non fare niente per aiutare i territori attaccati pur di raggiungere il loro obbiettivo, come vedi di motivi per essere imbestialiti c'e ne erano tantissimi e in certe circostanza sono in pochi a chiedersi chi è stato a cominciare? Abbiamo anche noi delle colpe?

T i farò un altro esempio per rendere chiaro ciò che penso. Durante la guerra civile americana il generale unionista William Tecumseh Sherman avanzò attraverso il territorio della ribelle Georgia. "Sherman applicò il principio della terra bruciata, ordinando alle sue truppe di bruciare i raccolti, uccidere il bestiame, consumare i rifornimenti e distruggere le infrastrutture civili lungo il loro percorso." "Dopo 20 giorni durante i quali erano state consumate le normali razioni di viveri. Sherman avrebbe provveduto al cibo per l'Armata prelevandolo dalle fattorie locali, mentre i suoi uomini distruggevano le linee ferroviarie e tutte le infrastrutture agricole dello Stato."

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Marcia_verso_il_mare_di_Sherman

Egli raggiunse la capitale dello stato Atlanta il sindaco della città gli si fece incontro e lo scongiurò di risparmiarle egli rispose "LA GUERRA E' CRUDELE, LA GUERRA E' CRUDELTÀ'!" E la città venne data alle fiamme, per togliere ogni possibile base logistica ai confederati e distruggerne il morale.

Quando si parla di guerra questo concetto bisogna avercelo ben chiaro in mente. LA GUERRA E' CRUDELE, LA GUERRA E' CRUDELTÀ! Non si scappa da questa ovvia conclusione.

Un ultimo punto sulla riduzione in schiavitù dei vinti, le guerre costano, costano tantissimo, se si pagano aumentando le tasse rischiava seriamente di far impoverire il proprio stato distruggendone la forza economica e impoverendo gli abitanti, per rientrare dai costi della guerra non c'è mai stato un sistema migliore del saccheggio, dei territori conquistati, nell'antichità la schiavitù era legale e diffusa quindi niente di più ovvio che per rientrare dai costi della guerra i vinti venissero venduti schiavi. Se uno schiavo costava mediamente 625 denari, calcolo sulla base di documenti rinvenuti a Pompei risalenti al I secolo d.c., se la paga di un legionario di quegli anni era di 225 denari l'anno si capisce che con 2 schiavi catturati coprivi abbondantemente il costi di 5 anni di stipendi di legionari, quindi finché Roma nelle sue guerre faceva molti schiavi copriva le spese, poteva continuare ad espandersi e non doveva aumentare troppo le tasse, mantenendo il consenso.

Siracusa non poteva sbattere fuori dal mare i fenici nel VI, perché all'epoca a cui ti riferisci non aveva la possibilità di armare grossi eserciti, con cui effettuare offensive di consistenza tale da poter conquistare le città fortificate, che i Cartaginesi controllavano nell'occidente dell'isola, all'epoca il potere siracusano era limitato alla sola Sicilia sud orientale e non avrebbe avuto senso tentare di espandersi cosi lontano quando vasti territori a lei cosi vicini erano fuori dal suo controllo e dalla sua influenza.

Un alleanza stabile sia difensiva che offensiva avrebbe, per l'appunto, richiesto che i Siracusani evitassero di imporsi come dominatori e accettassero di essere solo i primi tra pari. Magari anche che instaurassero rapporti di collaborazione abbastanza paritari con le popolazioni non Elleniche, presenti nell'isola, ma questo era molto difficile con la mentalità che avevano i Greci di quell'epoca, un'alleanza come quella tra Siracusa e Agrigento nel 480 a.c., poteva funzionare solo finché ci fosse stato un nemico comune che minacciasse entrambe, ma realizzare delle conquiste era un altro paio di maniche, poi si sarebbe dovuto stabilire come spartirsi i territori conquistati con il serio rischio che gli alleati diventassero presto nemici, questi limiti erano tanto chiari agli stessi Greci che anche dopo aver sconfitto gli attaccanti Cartaginesi nel 480 non ci fu nessun tentativo di strappargli le città della Sicilia occidentale.

Il legno era importante ma lo si poteva pure importare senza troppi problemi, ciò che era importante più di ogni altra risorsa era il potenziale demografico, seguito da quello economico e poi da quello monetario, economico e monetario non sono esattamente la stessa cosa ma evitiamo di andare ancora di più OT, per l'impossibilità di una lega greca, nella Sicilia di quei secoli siamo perfettamente d'accordo, ho già fatto presente quali fossero le precondizioni per la nascita di confederazioni Elleniche di successo e queste non c'erano in Sicilia.

Un ultima nota i Greci molto spesso erano razzisti anche con gli altri Greci, con tutta l'ammirazione che ho per la loro splendida civiltà, debbo dire che con simili idee non si va lontano.
 
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Quintus
view post Posted on 5/5/2013, 19:20     +1   -1




Non parlarmi della guerra dei 30 anni( l ho appena studiata).il mio discorso sulla schiavizzazion è certamente irrealizzabile e lo so,ma non rimane giustificato tale comportamento,poiché due guerre su tre le aveva iniziate Roma e chi più doveva avercela a morte con l altro doveva essere Cartagine.poi la guerra è sempre la guerra,crudele e insensibile e i soldati vanno pagati e questo non lo escludo anche se il bottino da Cartagine doveva essere comunque ingente.tornando ai greci è colpa della loro testardaggine e della loro mancanza di vedute( secondo me) se hanno buttato la possibilità di costruire un impero.quando si trattava di salvarsi tutti ok,ma quando c era in mezzo il bene di altre città,allora nessuno ci pensava dipue volte a fare fronte comune contro il nemico.io credo che qualche possibilità Siracusa ce l aveva di buttare in mare i cartaginesi. Esercito,flotta e generali li aveva,ma come dici tu mancava un interesse comune a scacciarli.una federazione greca è come diciamo entrambi improbabile e nessuna riusciva a imporsi in eterno su altre città.roma in questo caso compì ancora una volta un capolavoro.
Ora aggiungo qualcosa io: se Roma non si fosse interessata alla Sicilia, quale sarebbe stato probabilmente il suo destino,e quello della Sicilia e di Cartagine? Cartagine avrebbe a sua volta potuto conquistare tutta la Sicilia e poi magari passare in Italia o addirittura più a oriente?
Inoltre verso quali direzioni si sarebbe rivolta Roma?
 
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36 replies since 10/4/2013, 11:02   511 views
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