Majhin |
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| 270 a.C: Al capofamiglia della Gens Iulia, Lucio Giulio è affidato per il proconsolato il territorio della Gallia Cisalpina. Il vero problema è che le tribù galliche del luogo non hanno nessuna intenzione di entrare a far parte della confederazione, nè tantomeno sono disposti ad essere inglobati nella più avanzata civiltà romana. Nel 268 a.C, dopo l'aggressione di una squadra di esploratori incaricata di trovare un guado sul Po, scoppia la guerra. E' arrivato il momento di cacciare queste sudicie tribù galliche dall'Italia!
Campi Schii, 268 a.C
Il primo scontro campale fra le due forze in campo avviene in una zona paludosa nei pressi di Ravenna. Il capo gallico Lugotorige si scontra con il console.
Le forze in campo sono equilibrate: Lucio Giulio dispone di 6 manipoli di astati, 3 di veliti, 1 manipolo scelto di triari e 2 turmae di equiti. D'altra parte i barbari possono fregiarsi di una superiorità numerica consistente: ben 2300 guerrieri celti hanno seguito Lugotorige nell'invasione.
Lo scontro si apre con una scaramuccia di cavalleria: la cavalleria leggera romana riesce ad attirare i cavalieri barbari in un pantano, dove vengono massacrati a causa della scarsa mobilità e ben pochi riescono a fuggire. Tuttavia, il fragore della lotta richiama il resto dell'esercito barbaro, che si scontra con i manipoli di astati. La situazione sembra mettersi male per le armi romane, finchè i Galli non vengono attaccati da tergo dagli equiti, di ritorno dall'inseguimento dei cavalieri barbari superstiti. A questo punto la battaglia si trasforma in strage: solo poche decine di Galli riescono a fuggire, contro 2100 morti e alcune decine di prigionieri.
La notizia, giunta a Roma alcuni giorni dopo, provoca un'ondata di felicità in tutta la popolazione: è ancora vivo il ricordo del saccheggio di Roma da parte dei Galli di Brenno, avvenuto alcuni decenni addietro. La guerra è iniziata, e con ottimi auspici per i Romani.
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