Capitolo 2 Estate 261 a.C. Sulle orme del Padre.
Sono passati ben dodici anni da quando il nostro viaggio e' cominciato; dodici volte la neve ha coperto i nostri campi e dodici volte il sole vi ha fatto germogliare il grano per sostentarci. Il basileo, ormai oltre la soglia dei cinquant'anni, troppo vecchio per avere figli o per combattere, ha deciso di ritirarsi a Baktra, la capitale, per trascorrere in pace i suoi ultimi giorni. Sara' suo figlio a guidare la nuova spedizione contro Alexandreia-Ariana. Come dice lo stesso basileo, con una punta di tristezza e il sorriso che gli arriccia le labbra: "Ormai sono troppo vecchio per cavalcare."
Alexandreia-Ariana: poco piu' che quattro capanne in mezzo al nulla comunque, i seleucidi affermano che quella terra gli appartiene ed e' quindi nostro dovere convincerli del contrario. La guarnigione e' piccola e scarsamente organizzata, non sara' un lungo assedio.
Le nostre forze circondano dunque la citta' e poco dopo i difensori si lanciano in un disperato attacco per rompere l'assedio.
Mi sembra superfluo aggiungere che il tentativo e' vano
Occupato l'insediamento marciamo a sud-est, verso Profhthasia una delle piu' ricche citta' orientali seleucidi, situata in un importante snodo commerciale. Questa volta troveremo una resistenza accanita ad aspettarci e granai pieni di provviste; inoltre il comandante nemico e' uno degli uomini piu' risoluti e coraggiosi di tutto l'impero, che gli dei ci assistano. Nonostante la superiorita' del numero sia dalla nostra parte non sara' facile scalfire la difesa di truppe esperte e di alto livello, guidate da un ottimo comandante.
Il nostro esercito viene dunque organizzato con cura, per primi i picchieri falangiti, il nerbo centrale di ogni esercito baktriano, poi i lancieri di Baktria, anche se possono sembrare poco piu' che paesani armati alla benemmeglio essi sono combattenti addestrati che possono coprire grandi distanze in poco tempo e dotati di grande determinazione. Vi sono poi gli arcieri-lancieri, temibili tanto a distanza, quanto nel corpo-a-corpo, la loro disciplina e' tale che possono resistere anche a cariche di cavalleria pesante.
Vengono poi gli ausiliari reclutati tra le popolazioni native: i lancieri partici dai grandi scudi rettangolari, truppe efficienti ma che necessitano di attenzione e supporto se si vuole che tornino a casa, sono pero' ottimi insieme ai lancieri baktriani per coprire i fianchi delle falangi. Vi sono anche gli arcieri persiani, micidiali sulla lunga distanza.
In ultimo c'e' la cavalleria, orgoglio di Baktria, i cavalieri medi dalla carica impetuosa e inarrestabile e la guardia del generale, una valanga di ferro in grado di travolgere ogni cosa vivente.
Con queste forze dunque ci apprestiamo a ingaggiare la piu' dura battaglia della nostra storia.
La citta' e' troppo ben rifornita per sperare di prenderla per fame, per di piu' vari pozzi e cisterne all'interno scongiurano il rischio della mancanza d'acqua, se tentassimo di tirarla per le lunghe moriremmo di fame noi. Appena realizzate le macchine d'assedio, dunque il generale da' il segnale d'attacco.
I nostri arieti arrivano alle mura senza problemi, mentre gli arcieri scagliano frecce oltre il muro di legno, sperando di colpire qualcosa al di la'.
Finalmente le mura cedono e i nostri uomini possono entrare, avanzando a ranghi serrati nelle strette stradine della citta'.
Il generale nemico in persona guida la carica dei suoi contro le nostre falangi,
si combatte' aspramente metro per metro, il nemico sfrutta abilmente gli spazi stretti, dove le falangi sono impacciate nei movimenti, fortunatamente la nostra fanteria leggera riesce a scongiurare un aggiramento, combattendo con coraggio.
Alla fine la guarnigione cede, dopo aver combattuto per quasi sette ore. Il tributo che abbiamo pagato e' stato alto, ma non tanto da impedirci di festeggiare questa nuova vittoria; noi ne usciamo molto piu' ricchi, il nemico molto piu' povero.
Dopo aver riorganizzato le forze l'esercito muovera' a est, verso i regni indipendenti di Drangiane e Paropamisadai, che controllano i valichi per accedere alla valle dell'Indo. Per generazioni si sono ingrassati imponendo tributi ai mercanti sulla via della seta e delle spezie, ora il nostro signore reclama come suo quell'oro e la loro lealta'.
PS: includo una mappa dettagliata del mondo, in modo che possiate orientarvi, e' enorme, quindi metto solo il link.
Comunque ormai siamo in tempo di esami, quindi non avro' molto tempo per giocare a rome, domani ancora e poi basta. I capitoli successivi dovranno attendere un po', ma non temete: ho intenzione di finirla questa campagna.
Edited by alocin30590 - 18/1/2010, 14:24